Alle bevande alcoliche sono stati anche attribuiti significati simbolici o religiosi, ad esempio nell'antica Grecia nell'ambito dei riti dionisiaci, nella religione cristiana come simbolo dell'Eucarestia o nella Pasqua ebraica. Nonostante questo, complessivamente l'Antico Testamento condanna l'abuso di alcool ed i Padri della Chiesa invitarono alla moderazione nell'assunzione del vino. Altre religioni invece (in particolare l'Islam) proibiscono il consumo di bevande alcoliche.
Le giovani donne rampanti, laureate, bevono piu’ delle colleghe meno acculturate, con uno scarto del 30%, in donne tra i 25 ed i 44 anni, forse perché imiterebbero il comportamento degli amici uomini. Il rapporto 2007 dell’Istat, e’ incentrato su “Uso e abuso di alcol in Italia”, ed e’ stato presentato in occasione del convegno su “Alcohol prevention day” organizzato dall’Istituto superiore di sanita’ (ISS).
Secondo questo rapporto in Italia il consumo di alcolici, anche senza eccessi, comincerebbe a partire dall’eta’ dei 12 anni, dopo di che via via uomini e donne si differenzierebbero, con gli uomini in testa del 34% in più, contando quanti consumano alcolici settimanalmente, vedendo che gli uomini hanno un consumo piu’ alto.
Il consumo di alcolici, grazie anche alle abitudini del tempo libero, come aperitivo e uscite serali, e’ piu’ diffuso nelle regioni del Nord-est (73%), in particolare in Veneto (74,9%) e in Trentino Alto-Adige (72,2%).
Tra il 1988, l’anno della passata indagine e il 2007, sarebbero aumentati i dati relativi al consumo pro-capite di alcolici, e sarebbe scesa l’eta’ in cui gli adolescenti cominciano ad alfabetizzare con birra, vino e affini. In aumento anche il consumo di aperitivi, amari e superalcolici. In media, fra tutte le fasce di eta’, la piu’ consumata e’ la birra e di seguito il vino, per quantita’ in litri, per avventori invece vino, birra e altro.
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